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Carboncini, video e teatro a Venezia Kentridge si fa in 3

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Messaggio  Fax AdM Mer Dic 03, 2008 11:58 am

VENEZIA - Tra i fratelli Lumière e Mélies, il sudafricano William Kentridge, famoso regista e disegnatore, quintessenza della creatività poliedrica, sceglie proprio Mélies come figura guida nella sua idea di arte cinematografica. In barba al neorealismo, non gli interessa la resa realistica delle scene, ma punta invece sulle potenzialità evocative e visionarie che le immagini possono rivelare quando sono riprodotte in movimento. E il movimento può essere anche ironicamente irreale, come nei film di Charlie Chaplin, con quei bizzarri riavvolgimenti di pellicola o altri scherzi che vengono giocati alla narrazione lineare. Ed è questa la bellezza delle opere filmiche di Kentridge, votate fortemente all'animazione, celebrata in un raffinato evento espositivo-spettacolare, curato da Francesca Pasini con un'articolazione di performance tale da soddisfare e dare sfogo a tutta la scalpitante capacità espressiva dell'artista, in una stretta sinergia tra il Teatro La Fenice e la Fondazione Bevilacqua La Masa, insieme al progetto "illycaffè", che celebra il suo settantacinquesimo anniversario con una collezione di tazzine firmate dall'artista sudafricano, oltre alla pubblicazione della monografia "(Repeat) from the beginning / Da Capo", edita da Charta-Milano.

Al Palazzetto Tito di San Barnaba, dal 30 novembre al 16 gennaio, viene ospitata la mostra personale di William Kentridge intitolata "(Repeat) from the beginning / Da Capo", che raccoglie opere realizzate espressamente per questa occasione, un repertorio affascinante e inedito di una ventina di disegni che si confermano sempre la sua peculiarità talentosa, insieme a sette sculture, e a un libro d'artista, e a un'installazione di tre video dai titoli Breathe, Return, Dissolve. Al Teatro Malibran, il 28 e 29 novembre (ore 19), Kentridge sfoggerà le sue doti da regista nella messinscena dell'opera di Claudio Monteverdi "Il Ritorno di Ulisse", con il revival di produzione diretto da Luc de Wit, l'orchestra Ricercar Consort e la Handspring Puppet Company, un lavoro che dopo una tournée all'estero arriva per la prima volta in Italia. Il 30 novembre, poi, il Teatro La Fenice offre il suo palcoscenico, o meglio il suo sipario frangifuoco, al tocco genialoide di Kentridge. Proprio su questo singolare maxischermo verrà proiettato il video "(Repeat) from the beginning / Da Capo", e dal 9 dicembre questa stessa proiezione precederà l'inizio di tutte le prove e le repliche del dittico "I pagliacci" di Leoncavallo e "Von Heute auf Morgen" di Schoenberg, con cui lo storico teatro chiude la sua stagione lirica 2007/2008.

Una maratona di appuntamenti che diventano amabilmente un omaggio ai processi creativi di William Kentridge, classe '55, grande regista di cinema e teatro, nonché dotato artista del disegno e della stampa, oltreché attore, scenografo, autore per la tv, illustrano le tecniche che l'artista di Johannesburg utilizza per realizzare i suoi celebri video. Un lavoro che parte dal disegno in carboncino e che attraverso cancellazioni, sovrapposizioni di linee e alterazioni del tratto arriva alla sequenza animata. Kentridge è prima di tutto un disegnatore, il suo lavoro nel teatro e nel cinema è da lui considerato un'estensione del disegno. Per questo, le opere sono il risultato di azioni successive, che a volte riprende con la telecamera, realizzando dei brevi film animati che hanno ottenuto premi e riconoscimenti. "Uso quasi sempre il carboncino - spiega Kentridge - a volte è un tratto su un foglio, altre due tratti dimensionali, altre, invece, filmo i disegni mentre li realizzo, passo per passo, e il movimento diventa allora l'origine di future opere filmiche: due azioni che attraversano il tempo".

Protagonista delle importanti istituzioni del contemporaneo, come la X Documenta di Kassel, Kentridge esplora le possibilità creative nella società contemporanea, e lo fa con un tratto satirico cui non vuol rinunciare né sulla tela né in palcoscenico. Evita ogni idea di compiutezza, lui traccia sagome, ombre, figure, è il movimento ciò che lo attrae. Le sue velleità espressive andarono già in scena al Teatro Valle di Roma, cinque anni fa, nell'ambito del Romaeuropa Festival, con lo spettacolo multimediale "Confessions of Zeno". Ed adesso tornano vistosamente protagoniste. "Nei film, nelle sculture, nei disegni, nel libro d'artista appare il concetto di anti-entropia, che ci fa cogliere dal disordine del caos i frammenti necessari per definire l'immagine di chi siamo e da dove veniamo", avverte Kentridge.

E' tutto un virtuoso gioco di figure, marionette di carta, silhouette ritagliate a emulare ombre cinesi in un ciclo continuo di assembramento, creazione, disintegrazione, quasi una fenice di mitologica memoria che nasce dalle sue ceneri. "Ho usato marionette di carta strappata in diversi progetti - racconta l'artista -. I loro arti sono uniti e articolati attraverso uncini di fil di ferro che consentono al corpo di mantenere una forma coesa anche se gambe e braccia vengono riposizionate. Nel teatro dal vivo, queste marionette sono mosse dal basso, usando dei bastoncini. Nell'animazione in stop-motion, sono stesi in orizzontale e gambe e braccia sono mosse manualmente. Gli uncini di fil di ferro sono utili (la figura rimane intera, un individuo) ma non essenziali. Io ho incominciato ad animare queste figure di carta senza usarli, per cui gli arti della figura potevano allungarsi, staccarsi dal corpo e poi farvi ritorno. La coerenza unitaria era uno stato possibile - il più comune - ma non l'unico a disposizione del corpo. I suoi elementi potevano sparpagliarsi sul piano per poi riunirsi. Insieme al movimento, anche la disintegrazione diveniva così una potenzialità naturale della figura".

"Emblematiche - dice la curatrice - sono le figure che nascono dal vorticare di innumerevoli pezzetti di carta nera su un foglio bianco. All'inizio si vede la mano di Kentridge che con un pennello li spinge fuori, poi si assembrano, si infittiscono, appare l'informe, e poi una cantante. Il soffio del suo respiro muove la figura, che da capo si disintegra, si ricompone, cambia volto. C'è il simbolo dell'energia dell'arte e della nascita e rinascita che ognuno compie durante la propria esistenza. Mi piace pensarla anche come una dedica alle donne che, mettendo al mondo la vita, ne percepiscono fisicamente la fragilità".

Notizie utili - "William Kentridge, (REPEAT) from the beginning / Da Capo", dal 30 novembre al 16 gennaio, Fondazione Bevilacqua La Masa, Palazzetto Tito, Dorsoduro; Venezia.
Orari: da mercoledì a domenica, ore 10.30-17.30
Ingresso: € 3,00 intero, € 2,00 ridotto
Catalogo Edizioni Charta, Milano
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Messaggio  Fax AdM Mer Dic 03, 2008 12:20 pm

Carboncini, video e teatro a Venezia Kentridge si fa in 3 Kentri10
Kentridge con la costruzione per Return, 2008. Foto John Hodgkiss

Carboncini, video e teatro a Venezia Kentridge si fa in 3 Kentri11
William Kentridge, costruzione per Return (Tenor), 2008. Filo metallico, carta straccia nera, nastro adesivo, tavola di legno, piattaforma girevole
90 x 88 x 67 cm circa. Foto John Hodgkiss

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William Kentridge, costruzione per Return (Tenor), 2008. Filo metallico, carta straccia nera, nastro adesivo, tavola di legno, piattaforma girevole
90 x 88 x 67 cm circa. Foto John Hodgkiss

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William Kentridge, costruzione per Return (Conductor), 2008. Filo metallico, carta straccia nera, nastro adesivo, piedistallo storto, bacchette con le spine, piattaforma girevole. Foto John Hodgkiss

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William Kentridge, costruzione per Return (Conductor), 2008. Filo metallico, carta straccia nera, nastro adesivo, piedistallo storto, bacchette con le spine, piattaforma girevole. Foto John Hodgkiss

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William Kentridge, costruzione per Return (Justice), non utilizzato, 2008. Filo metallico, carta straccia nera, carboncino, tela, nastro adesivo, snocciolatore per ciliegie, lastra di metallo, piattaforma girevole. Foto John Hodgkiss

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Kentridge al lavoro nel suo studio, agosto 2008. Foto John Hodgkiss

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William Kentridge, tracciato per la costruzione di Return, 2008, matita colorata su carta, 79 x 54 cm. Foto John Hodgkiss

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William Kentridge, schizzo per la costruzione di Return, 2008, carboncino e matita colorata su carta, 79 x 54 cm. Foto John Hodgkiss

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Kentridge al lavoro per la costruzione di Return, 2008. Foto John Hodgkiss

Carboncini, video e teatro a Venezia Kentridge si fa in 3 Kentri20
William Kentridge, costruzione per Return (Coloratura), 2008. Filo metallico, carta straccia nera, tavola, nastro adesivo, bacchette con le spine, bacchette d%u2019acciaio, righello, pinze, tavola di legno, piattaforma girevole; 116 x 140 x 60 cm circa
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