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Niccolò Fabi: "Non faccio canzoni ma musica per il web"

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Messaggio  Fax AdM Gio Nov 06, 2008 11:29 am

Nella scena musicale italiana trovare qualcosa di realmente controcorrente, lontano dalle regole del mercato, è sostanzialmente impossibile. Chi ha coraggio, cerca di cambiare, di fare musica provando a sorprendere il pubblico. Niccolò Fabi ha questo coraggio. E ha prodotto una piccola ma affascinante opera che s'intitola Violenza 124, sette declinazioni diverse di una stessa idea musicale assemblate e montate tra loro per diventare un'unica opera che rappresenta narrativamente la violenza, realizzato con il coinvolgimento di altri sei artisti e gruppi: Mokadelic, Olivia Salvadori & Sandro Mussida, Boosta, Roberto Angelini, gli Gnu Quartet e la Artale Afro Percussioni Band.

Violenza 124 è diversa da tutto quello che viene prodotto attualmente in Italia, anche nella sua struttura: Fabi ha fornito a ciascuno degli artisti coinvolti "la cellula", un'unità musicale minima, due minuti e ventotto di durata, una frase musicale, una tonalità (in re minore) e una velocità (124 battiti al minuto), chiedendo a tutti di partire da quella base per creare una musica nuova, seguendo le proprie inclinazioni.

Il risultato è un pezzo (non canzoni quindi) che mescola musica africana e classica, elettronica e dance, rock e avanguardia, una delle più interessanti e originali produzioni musicali italiane degli ultimi anni. E per arrivare al pubblico Fabi ha scelto di non pubblicare un disco ma di utilizzare il web.

L'opera può essere ascoltata sul sito www. violenza124.com, se si vuole, sul sito si può ordinare un cd che contiene sia la versione "unitaria", in cui le diverse composizioni sono state creativamente assemblate da Fabi in un'"unica opera" di 36 minuti, o nelle singole, separate tracce realizzate dai musicisti coinvolti nel progetto.

È un salto nel buio, un passo in avanti, una scommessa, che Niccolò Fabi accetta con grandissimo entusiasmo: "Si arriva a un certo punto", dice Fabi, "in cui il rischio è quello di non metterti in discussione, di muoverti solo nei territori che conosci. Io invece ho pensato che dopo tanti anni in cui le canzoni hanno occupato un grande posto della mia vita, con grandi gratificazioni, dovevo ripartire dalla musica, sporcarmi le mani con i colori, avere la libertà di non raccontare storie personali. E poi mi piaceva il fatto di poter andare a esplorare stili musicali che il mio essere cantante non mi permette di affrontare. Se mai mi fossi dimenticato il motivo per cui faccio musica questa è una grandissima occasione per ricordarlo".

Diverse intelligenze musicali hanno dato vita così a una rappresentazione musicale della violenza unica e originale. "Quando ho ascoltato le varie versioni ho capito che un risultato importante già c'era stato", dice Fabi, "era straordinario sentire una pulsione elementare e umana come la violenza rappresentata attraverso molte delle sue sfaccettature. Da quella tribale di un canto africano all'urlo distorto lancinante dei Mokadelic, da quella repressa nell'acusticità malinconica di Roberto Angelini al canto del profondo negli sperimenti lirico elettronici di Olivia Salvadori e Sandro Mussida, da quella notturna e danzante di Boosta a quella cortese e da camera nelle armonizzazioni degli Gnu Quartet, e in tutta questa varietà di stili riconoscere al contempo quell'origine comune. In più grazie alla fiducia ricevuta da tutti loro avevo la possibilità tecnica e artistica di farli interagire, di estrapolare parti dei rispettivi arrangiamenti per poter creare accostamenti sonori inaspettati amplificando le potenzialità di ogni singola composizione".

Il web era il luogo naturale di un simile esperimento, "proprio perché nasceva senza l'idea di un supporto, di un disco, di un vinile, di un mp3. Volevamo avere libertà completa e il web oggi ci offre esattamente questa libertà. Penso a questo progetto come a un'opera in movimento e aperta a qualsiasi ulteriore trasformazione e proprio perché non richiesta da nessun committente e non attesa da nessun pubblico un territorio dove la musica è libera di scegliersi la propria destinazione".

L'arrivo di Violenza 124 è una buona notizia per la musica italiana, è il segno che qualcosa si muove, che non tutto è perduto, che l'arte, la creatività, l'ingegno, possono ancora dare frutti straordinari.

(fonte: Repubblica.it)

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